Discretizzazione


Non tanto tempo fa, in un paesino appoggiato sulle colline, giunse voce che nuove sementi, denominate “OGM”, che non sta per “Ogni Giorno Mais”, germogliavano il doppio e producevano il triplo consumando la metà.
Questa notizia portò un po’ di parapiglia nelle idee degli agricoltori che immaginavano: mais di enormi dimensioni con pannocchie metriche con chicchi chilogrammici seminate in un vasetto di marmellata da riporre persino sul balcone.
Ma se pur entusiasti della notizia, vollero comunque saperne di più, la perplessità per qualcuno, non stava nel fatto di avere del frumento alto 6 metri con spighe capienti di semi grossi come angurie, ma stava logicamente, su come poterlo falciare senza dover gridare: “Cadeee!!” ad ogni fuscello, se fuscello si potrà ancor chiamare, e non solo, con cosa portarlo al mulino e come macinarlo per farne farina, per non parlare poi dei papaveri, l’oppio dei poveri, un solo pistillo avrebbe potuto mettere in sballo l’intera comunità.
- E i marziani, come faranno i loro cerchi, i marziani? –
- E le stoppie, come imballeremo le stoppie? –
- E le…le le…le –
- Lele è uscito, è andato a prendere le sigarette! –

Così allestirono una grande conferenza e chiamarono esperti e giornalisti, per poter valutare al meglio.

Durante quei giorni di chiacchiere e spiegazioni e notevoli ridimensionamenti, un giornalista scorse in un prato un uomo che stava sperimentando nuovi innesti su un albero di albicocche.
- Scusi, buon uomo, cosa sta facendo? –
L’uomo vedendolo perplesso, gli sorrise e gli disse convinto del suo fare
- Sto innestando tralci di zucca in questo albicocco! –
- A che scopo –
Replicò il giornalista
- Per avere delle albizucche a tempo debito –
- Delle albi che? –
- Delle albizucche! Albicocche grandi come zucche! –
- Ma va? –
- Ritorni quando sarà l’ora e vedrà! –

Terminata la conferenza, terminate le chiacchiere, rimosse le perplessità, la normalità ritornò a regnare tranquillamente nel paese, l’ “OGM” che non sta per “Ogni Giovedì Mattina”, perse gran parte della curiosità ma… Dai oggi, dai domani, arrivò anche il tempo delle albicocche.

Il giornalista che non si era scordato l’appuntamento, ritorno al paese per verificare, nonché poter assaggiare, le gustose albizucche.
Purtroppo però, trovò l’uomo sconsolato e triste, quasi piangente, seduto ai piedi dell’albero con le mani che scuotevano la testa o che le mani tenevano la testa attaccata al collo, tanto quanta si muoveva che…
- Mi dica buon uomo, si ricorda di me? Che cos’è successo di così terribile? –
Chiese il giornalista preoccupato di così tanta disperazione.
- Non sono albizucche! Non sono albizucche! Non sono... –
Ripeteva l’uomo affranto dall’angoscia.
- Suvvia! Saranno pur qualcosa? –
Lo rincuorava il giornalista che ancora non capiva.
- Zuccocche! M’ha fatto le zuccocche! –
Sbottò l’uomo, ora più stizzito che dispiaciuto.
- Zuccocche? –
Interrogò nuovamente il giornalista
- Si! Zuccocche! Zucche grandi come albicocche! –




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Discretizzazione

Ogni istante ha il suo minuto
Ogni sentiero il suo destino
Ogni carezza avuta in dono
Da quel bacio ricevuto
Ogni sguardo offerto al vento
Per non essere vissuto

Quel che da voi ho imparato
Ragni, lucertole, formiche
Che diverso non è uguale
Anche se spesso non si capisce
Che da diversi ci si può stare
Più che da uguali
Basta sapersi
Basta saper considerare

Che la memoria di un ricordo
Non sia il fardello di un dovere
Che la vita nel suo imbroglio
Il mare aperto del sapere
O che l’etica la moneta
Il tributo al mestiere

Amico Chess che m’hai insegnato
Che non bisogna separare
Ciò che miagola da chi farfuglia
Per poter comunicare
Che da diversi ci si può capire
Più che da uguali
Basta sapersi
Basta saper rispettare

Ogni immagine ha la sua ombra
Ogni scoglio il suo gabbiano
Ogni certezza andata persa
In quell’addio ricevuto
Ogni voto lanciato al vento
Con quel fare risoluto

Compagna Azzurra che m’hai insegnato
Che non bisogna disunire
Ciò che soffia da chi poi urla
Per potersi confrontare
Che da diversi ci si può amare
Più che da uguali
Basta sapersi
Basta saper coccolare

Che ogni cavia nella gabbia
Non sia una bestia da stanare
Che la vita nel suo inganno
Non ha oasi in riva al mare
Ne una stella del buio cielo
Che ci possa rischiarare

Amica Lotta che m’hai insegnato
Che non bisogna dissociare
Ciò che abbaia da chi poi sbraita
Per potersi consolare
Che da diversi ci si può aiutare
Più che da uguali
Basta sapersi
Basta saper regalare










Carabule country: I senza storia