La Ricerca


Con il furto di Excalibur, la spada di Re Artù, ebbe inizio anche il drammatico declino del suo regno. La sorella del re Morgana, rivendicando la debolezza del fratello, troppo legata alle decisioni del Consiglio dei cavalieri della Tavola Rotonda, tramerà per farlo capitolare e costringerlo ad abdicare in favore del figlio Mordred, se così fosse avvenuto, averebbe realizzato il sogno della sua vita, essere incoronata regina, e da quel trono di potere, avrebbe potuto ripristinare quell’imperialismo assoluto spettante ai re e godersi quel privilegio che tanto l’agognava.

Merlino era ormai vecchio, innamorato e lontano dalle beghe di palazzo, forse già imprigionato nella sua tomba d’aria, Ginevra divisa tra un dovere coniugale e le attenzioni di Lancillotto e per finire quell’ideale di fratellanza che ormai era solo apparente, lasciavano un velo di incertezza e di dubbio sullo stesso concetto di regno, popolo, sovranità, re, consiglio.

Anche fra i cavalieri più fedeli serpeggiava l’invidia e il pregiudizio, il tempo della fertilità e dell’abbondanza era finito, le carestie riportavano povertà e malattie mentre il Re era sempre più impegnato a gestire un disordine interno che adoperarsi per fronteggiare questo momento difficile che avrebbe dissolto quella pace finalmente durevole.

Le alleanze sono sempre troppo fragili per durare a lungo, così sfruttando proprio queste incrinature, Morgana riuscì a dividere ciò che faticosamente era stato unito. Ginevra ritenuta amante di Lancillotto fu condannata a morte per alto tradimento, ma Lancillotto la slverà dalle fiamme del rogo, ma anch’esso condannato, per lo stesso reato, sceglierà l’esilio pur di non essere l’artefice di una sanguinosa carneficina, che avrebbe coinvolto anche chi gli era rimasto amico.

Mordred abbandonò Camelot, il cartello simbolo del regno, assieme ai suoi seguaci cavalieri, Morgana allora sfidò il fratello Artù in quella che sarà la battaglia risolutiva, confidando soprattutto sull’impotenza di Mago Merlino.

In questo clima di profonda amarezza e di profonda insicurezza di ideali, che i cavalieri rimasti fedeli al giuramento di fratellanza e fedeltà al Re, spinti da quella voglia di riscatto, iniziarono la ricerca sia della spada Excalibur sia del Graal, il calice della saggezza e della speranza, nonché simbolo di quella fratellanza divina. Alla fine fu Parsifal, figlio di Lancillotto, a trovare il Graal e con quella ritrovata speranza, affrontare l’esercito di Morgana e Mordred ormai deciso e pronto a rovesciare anche l’ultimo baluardo di questa utopia.




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La Ricerca

Partì da solo all’avventura
Partì soldato con la sua spada
Nel vento correva una canzone
Legata ad un filo come un aquilone
Quel che cercava non era guerra
Né conquistare una nuova terra
Quel che cercava era un sorriso
Piccolo frammento di paradiso

Lungo il sentiero fioriva l’erba
Lungo il torrente dormiva il muschio
Il gran silenzio della foresta
Lo accompagnava nel suo cammino
Nel cielo un falco scrutava la valle
Con un colpo d’ali cadeva giù in picchiata
Fra i suoi artigli stringeva la preda
Mentre fra i rami scendeva la sera

Col sole caldo in una piana
Sotto una torre dalle alte mura
Legata ad un palo una fanciulla
Esca pregiata per un dragone
Sguainò la spada partì al galoppo
Contro quel mostro che sputava fuoco
Sguainò la spada contro al dragone
E dalla bocca ne tagliò via la voce

Ripreso il cammino giunse fino al mare
Si fermò sugli scogli ad ascoltar le onde
Il sole caldo la sabbia il sale
Arsero nel sonno il suo dolce cuore
Poi maghi e streghe intrugli e filtri
Brontolavan spesso come vecchi gufi
Chi per amore chi per vendetta
Chi ricercava solo la giovinezza

Lucente una stella gli apparve in sogno
Lucente e bella in una notte buia
Come d’incanto risvegliò il suo cuore
Che dentro al pianto ritrovò l’amore
Ritrovò la spada i suoi ricordi
Ricordò bivacchi battaglie e fuochi
Il gran silenzio di quell’ altare
Dove ogni giorno si festeggia il sole

Sotto al tramonto incontrò la morte
Con il suo mantello con la sua falce
E nulla valse contro quel ferro
Troppo tagliente troppo appuntito
Un velo nero avvolse gli occhi
La terra madre raccolse il corpo
Ma sul suo viso c’era un sorriso
Piccolo frammento di paradiso










Carabule country: I senza storia