Re Artù la leggenda


- Ci sarebbe da fare un libro -
- Ma lo hanno già fatto -
- Ci sarebbe da fare un film -
- Ma lo hanno già fatto -
- Ci sarebbe da fare -
- Ma lo hanno già fatto -

- Ma io sono un menestrello! -
- E anche questo lo hanno già fatto! -
- E chi se ne f..., non m’importa se l’hanno già fatto -
- Questa non è scritta sul copione! -
- Per forza! Il fatto che sia già stato fatto non è una scusa buona per non fare -
- Sarà -
- Lavoriamo tutti i giorni no?, Ma anche lavorare lo hanno già fatto eppure è l’unica cosa che, guarda caso, non ci proibiscono di continuare a fare -

Perciò, in sintesi, in una canzone che non sono riuscito a musicare, la mia versione del fare.


Re Artù la leggenda

Narra un’antica leggenda
Di un grande castello e di un re
Nobile e fiero come il vento
Saggio come il mare
Si chiamava Artú
Saggio come il mare
Si chiamava Artú

Anni di guerre piagavano
Con fame e miseria la sua terra
Poi il destino gli donava
La spada ed il regno
Il regno d’Inghilterra
Excalibur per il regno
Il regno d’Inghilterra

Preso lo scettro e la corona
S’armava coi migliori cavalieri
Mentre della torre Merlino
Frugando nelle stelle
Tesseva il futuro
Merlino dalla torre
Tesseva il futuro

Così la sua spada regnava
Come una nuova primavera
Quando la luna taceva
Dolce regina
Una luce splendeva
Dolce regina
Mia regina Ginevra

Il giorno delle nozze gli portava
Come dono la Tavola Rotonda
Poi rullii e squilli di tromba
Annunciavano le giostre
Le giostre ai cavalieri
Squilli di tromba
Per le giostre dei cavalieri

Lancillotto era uno di loro
Virtù e coraggio sulla spada
Vestiva di bianco il suo sorriso
Che la regina
La regina innamorava
Bianco quel sorriso
Che la regina innamorava

Così il suo cuore bruciava
Per quel dolce amore: Ginevra
Ma più di ogni invidia ardeva
Del Re la sorella
La sorella Morgana
L’invidia bruciava
Sorella Morgana

E fu in un giorno d’inverno
Che rubò il calice della saggezza
Cambiò volti e costumi
Cambiò il suo corpo
Il suo corpo in regina
Cambiò il suo corpo
Nel copro della regina

Tresco l’incrocio di sangue
Stupro di una notte concepito
Quando Mordred nasceva
Gelida la notte
Le notte sferzava
Mordred nasceva
E la notte sferzava

Partirono in molti alla ricerca
Del sacro calice rubato
Il sole mutò in tempesta
E la meta un ignoto
Un ignoto lontano
E la meta un ignoto
Un ignoto lontano

Artù il suo regno la spada
Qualcuno nell’ombra l’odiava
A Sarum correva l’estate
Ma il vento gridava
Gridava battaglia
A Sarum il vento
Gridava battaglia

Cruente si scontrarono le spade
E alla sera solo il sangue scorreva
Artù l’anima al figlio strappava
Ma a morte ferito
Ferito cadeva
A morte ferito
Artù cadeva

Così la sua vita fuggiva
Ma con l’ultima voce pregava
Riporta la spada nel Lago
Parsifal gettala
Gettala lontano
Dove l’acqua è più fonda
L’aspetterà una mano




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Narra un’antica leggenda
Di Artù e della bella Ginevra
Di Mago Merlino e Morgana
Di Excalibur la spada
Gettala nel lago
Dove l’acqua è più fonda
L’aspetterà una mano
Parsifal getta
Excalibur lontano
Dove l’acqua è più fonda
L’aspetterà una mano
Parsifal getta
Excalibur nel Lago
Dove l’acqua è più fonda
L’aspetterà...

L’aspetterà una mano










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