1647 Al rogo
Sua Eminenza c’è un problema
Che serpeggia nella piana
Come l’alba che si risveglia
Nella falce poi si alza
Non da tregua e nelle case
Si dilaga
Quel delirio poi esplode in ribellione
Quel delirio poi esplode in ribellione
Ci vorrebbe un rogo in piazza
Una duplice sentenza
Che riassesti la distanza
Che rinnovi la Tua potenza
Così che il fuoco questo ardore
Brucerà
Purchè il fuoco sia di carne e non di legno
Purchè il fuoco sia di carne e non di legno
Si da il caso che da Borgovecchio
Sulla strada che porta al monte
Ben protetta dal rispetto
Di una siepe di biancospino
C’è una casa e c’è chi dice
Che siano streghe
Maldicenza il pretesto dell’inquisizione
Maldicenza il pretesto dell’inquisizione
Incatenate in un processo
Sottoposte alla tortura
Hanno abiurato l’innocenza
E dato sfogo alla paura
Ma il perdono quel dolore
Non avrà
Il disegno del nostro dio non è pietà
Il disegno del nostro dio non è pietà
Quanta eco Sua Eminenza
Sta varcando anche i confini
Delle streghe la vicenda
Fumano gonfi anche i camini
E il clamore come un morbo
Si propaga
Sia fatta lode onore e gloria all’ignoranza
Sia fatta lode onore e gloria all’ignoranza
Quando il pungolo tormenta
Quella fitta lacerante
Sta smembrando quella carne
Perché giuri ad ogni istante
Che col demonio ogni notte
S’abbandona
Anche il latte di quel seno sia veleno
Anche il latte di quel seno sia veleno
Sua Eminenza adesso è l’ora
Di colpire con un sermone
Perché il cancro del malvagio
Abbandoni questa stagione
Purificando col digiuno
La sventura
Poi la gente più defice più ha paura
Poi la gente più defice più ha paura
Perché il cuore non s’arresti
Legate strette caviglie e polsi
Così le fiamme da quei corpi
Siano grida strappate ai morti
E la rivolta con querl rogo
Sfiorirà
E dalle ceneri venderemo l’indulgenza
E dalle ceneri venderemo l’indulgenza